Dalla scultura greco-romana all’Art Nouveau, passando per i mobili del Settecento romani e lombardi, i libri e i gioielli antichi, gli orologi da tasca dell’ Ottocento, gli smalti e gli argenti Fabergé. E una cospicua raccolta di pitture italiane dal Cinque al Settecento, che comprende tele di Guercino, Ghirlandaio, PintoricchioCavalier d’Arpino, Guido Reni.

Quella di Valter Mainetti, romano, fondatore e amministratore delegato del colosso della finanza immobiliare Sorgente Group, è una delle collezioni più ricche ed eclettiche che si possano contare oggi in Italia. Ma la sua ossessione restano le antiche colonne romane. Nel giardino della sua abitazione sull’Aventino ne ha raccolte cinquantasei, insieme a una sessantina di capitelli. Spiccano, tutte in piedi, tra il verde della vegetazione, con i colori variegati dei marmi, dei porfidi, dei graniti, degli alabastri.

«È un interesse che risale ai tempi delle scuole medie», ricorda Mainetti. «Ci eravamo trasferiti a Milano e Roma era diventata la città delle vacanze. D’ estate venivo a trovare i nonni e passavo con loro qualche settimana. Ma ero piuttosto solo. Così giravo per i musei e facevo lunghe passeggiate ai Fori Imperiali. Da lì vedevo tutte quelle colonne sdraiate tra le rovine e morivo dalla voglia di rialzarle». Diventato adulto, un giorno scoprì un pezzo di pilastro da un antiquario. «Era in marmo broccatello, bellissimo, risalente al periodo imperiale. Apparteneva a una colonna integra, che era stata tagliata dal commerciante in quattro pezzi, più facili da vendere come base per i tavoli. Ci ho messo due anni a rintracciare gli altri tre pezzi e ad acquistarli. Così l’ ho potuta ricostruire». Le altre opere della collezione sono confluite nel 2007 nella Fondazione Sorgente Group, voluta da Mainetti e da sua moglie Paola Mainetti e affidata alla direzione scientifica di Claudio Strinati.

Con l’ intenzione di aprire al pubblico la raccolta, Mainetti ha destinato a spazi espositivi due tra gli ultimi acquisti del gruppo: la Galleria Colonna e le sale al pianterreno del palazzo in via del Tritone 132. L’ inaugurazione è prevista per il 19 aprile. Mainetti ha deciso di cominciare con la passione più recente, l’ Art Nouveau. In Galleria verrà installata la porzione della scala elicoidale che collegava il secondo e il terzo piano della Tour Eiffel.

Costruita nel 1889, come il resto del monumento parigino, venne sostituita nel 1980 per motivi di sicurezza e divisa in 24 sezioni, che sono state vendute all’ asta e finite in musei o in collezioni private in tutto il mondo. Intorno alla scala, alta quattro mezzi e mezzo e larga quasi due, verranno installati dei pannelli fotografici che raccontano con immagini d’epoca l’ Esposizione universale del 1889. Il palazzo a via del Tritone, che risale al 1910 e ha una facciata con decori di motivi vegetali e geometrici di chiara ispirazione Nouveau, ospiterà invece le collezioni di mobili, oggetti d’ arte, libri e dipinti riferiti a questa corrente artistica. Si tratta solo di una piccola anteprima.

In attesa di vedere la parte più affascinante della collezione, che tra i pezzi forti comprende dieci opere di Guercino raccolte sotto la guida di sir Denis Mahon, massimo conoscitore del pittore di Cento. Oltre a una statua femminile in marmo pario, acefala ma con il corpo sapientemente drappeggiato da un peplo, che due insigni archeologi come Eugenio La Rocca e Antonio Giuliano concordano nel datare al 460-450 a. C., come dire che si tratterebbe di un originale greco del tempo di Fidia. E a una testa, anch’ essa in marmo greco, che gli studiosi hanno riconosciuto come il ritratto di Marcello, sfortunato nipote di Augusto morto a Baia appena ventenne in seguito a una congiura di palazzo. Lo proverebbe la somiglianza con gli altri due ritratti presunti del giovinetto: quello ai Musei Capitolini e l’ altro proveniente dalla casa del Citarista a Pompei e custodito al Museo archeologico di Napoli.

Lauretta Colonnelli