«IL FILO ROSSO è riconducibile al collezionismo, dove conta la bellezza legata alla rarità»: Valter Mainetti, l’imprenditore che ha fatto della sua  Sorgente Group una sorta di scrigno immobiliare, con dentro una serie di icone del mattone mondiale, si sente un collezionista di cose belle ed esclusive su cui fare business. E di altre, altrettanto belle ed esclusive, su cui fare cultura e mecenatismo. Capire Mainetti collezionista significa coglierne anche le competenze imprenditoriali. Entro l’anno la sua Sorgente Res ( Real Estate System), con un patrimonio alla fine dell’operazione di 2 miliardi di euro, sarà quotata in borsa. «Proporremmo agli investitori», dicono nello staff di Mainetti,« un titolo azionario liquido, legato a immobili di prestigio, prevalentemente in Italia». Nel portafoglio di Sorgente Group risaltano icone come il Flatiron di New York ( tra Fifth e Broadway), il Fine Arts di Los Angeles, a Roma la Galleria Colonna e il Palazzo della Rinascente, e altri immobili esclusivi a Milano e a Londra, Sorgente Group riesce a gestirli in modo profittevole.

Dunque, il collezionista del bello è anche l’imprenditore di alcune straordinarie proprietà immobiliari del mondo. «Un principio base dell’economia», ripete Mainetti,«dice che le cose più sono rare e più valgono. Il metterle insieme fa sì che il valore complessivo sia superiore alla somma degli oggetti».

La Fondazione Sorgente Group, nella quale è molto impegnata la moglie di Mainetti, Paola, in qualità di vicepresidente, è stata costituita nello stesso spirito, ma senza fini di lucro, e con l’intento statuario di promuovere l’arte e la cultura. Può già vantare un patrimonio di opere rilevanti, che espone volentieri: sculture e rilievi in marmo di età greca e romana di diversa provenienza, pittura italiana tra il XV e il XVIII secolo , con tele del Ghirlandaio e del Pinturicchio, oltre ai grandi bolognesi Guercino e Guido Reni. Dal 2012, a Roma, la fondazione ha inaugurato uno spazio espositivo in via del Tritone, dove conserva ed espone alcune delle sue opere. In archeologia la fondazione, che ha raggiunto un patrimonio stimato 10,5 milioni di euro, si è distinta per un’idea lanciata da Paola Mainetti: esporre la straordinaria statua di Athena Nike, in marmo pario, completandone le parti mancanti con un sistema digitale di proiezione che ha lasciato ammirati migliaia di visitatori. Altrettanto unica è la maschera in bronzo raffigurante Paposileno, di cui esiste un solo esemplare simile nel Museo del Pireo di Atene. E poi i ritratti di Marcello, Gaio e Lucio Cesare, esposti prima a Roma e poi a Parigi. La famiglia Mainetti finanzia un’altra fondazione, americana, che sostiene la ricerca sull’epilessia.